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Pappardelle di Donna Vincenza



Autunno…iniziano le crucifere a fare capolino e insieme ad esse la voglia di cucinare un pò di più…e di ritornare ai sapori decisi e caldi della stagione fredda.

Dalla dispensa (per 4 persone):
250 g di pappardelle all’uovo (impastate e tirate in casa Candido da Donna Vincenza con farina di grano duro Rossello)
Piccolo cavolfiore siciliano
150 gr di salsiccia ragusana fresca
½ cipolla bionda
Sale
Pepe
Olio E.V.O. q.b

Procedimento:
Mondare e ridurre in piccoli ciuffi il cavolfiore siciliano.
Portare a bollore abbondante acqua, salare e “tuffare” il cavolfiore nella stessa.
Fare riprendere il bollore e lasciare cuocere per 5’/7’ ed aggiungere le pappardelle.
Nell’attesa che la pasta sia cotta, preparare una padella con olio E.V.O. e la cipolla bionda a cubetti.
Quando questa sarà ben dorata aggiungere la salsiccia Ragusana priva dell’involucro esterno.
Quando anche la salsiccia sarà ben dorata, scolare la pasta ed i cavolfiori e saltarli in padella con la salsiccia.
Salare e pepare .
Per insaporire ulteriormente il piatto si potrà aggiungere pan grattato abbrustolito e parmigiano.

Mustata ri vinu (Mostarda di mosto fiore Nero d’Avola)
Il mosto fiore, il più pregiato…mosto di sgrondo che scende per gravità che determina la qualità del vino per l’annata.

Dalla dispensa (per 4 persone):
2 l di mosto fiore Nero d’Avola
100 gr di farina di grano duro rimacinato
150 gr di mandorle sgusciate
Cannella in polvere q.b.
1 chiodo di garofano
Procedimento:
Mettete il mosto fiore in una pentola e portatelo a bollore a fuoco lento. Dopo circa 20 minuti, quando il suo volume si sarà ridotto di un terzo, toglietelo dal fuoco e lasciatelo intiepidire.
Successivamente incorporate la farina setacciata, girate il composto per evitare la formazione di grumi.
Rimettete quindi il composto sul fuoco e portate ad ebollizione.
Dopo circa 20 minuti aggiungete le mandorle tritate grossolanamente.
Continuante a mescolare finché il composto non risulti abbastanza denso.
Solo a quel punto spegnete, versate la mostarda negli appositi stampi di terracotta (previamente inumiditi con acqua) o in piatti fondi e guarnite con granella di mandorle tostate.

A questo punto potete scegliere se gustarla subito o lasciarla raffreddare.
Metterla poi in frigo e gustarla come fosse una sorta di budino freddo;

Per arricchire la ricetta si possono aggiungere in fase di cottura del mosto cannella in polvere ed un chiodo di garofano.
Acini di dolcezza
Appiccicosi alle dita gli acini di uva Nero d’Avola sembrano piccole perle nere di zucchero che ti invitano ad assargiarne.

Lo prendi, lo porti alle labbra e già il profumo invade il naso.

Lo mordi e ti accorgi di quanta dolcezza e infinito sapore di vino, di corposità e robustezza il succo di un solo chicco nero di uva Nero d’Avola contenga.

Come inchiostro colora il contenitore che lo contiene ed effonde profumo inebriante misto a frutti rossi e rose di maggio.
Al mosto che diventa vino
Bolli dentro i tini
Bolli dentro le botti
Bolli dentro i fossi
Bolli sprigionando bolle di euforia
Che si perdono nell’aria e volano via.
Bolle il mosto che diventerà vino.

Vino rosso, vino bianco, vino
Del contadino, vino pregiato
Vino da riserva, vino sopraffino
Vino novellino.
Pur sempre vino!

Nell’attesa del dì di festa
Ribolli, riposi, svini
E rimonti…
Bottiglie, fiaschi e vasche attendono
Il tuo arrivo per diventare
Vino.
“Cucche” e Petit Verdot PÓTTA ‘CCÀ
Quando si aspettava il Sabato per fare il pane,
con un pò di pasta sequestrata ad esso
si creavano meraviglie di forma e gusto.
Dalla dispensa:
1/2 Kg di pasta di pane
100 g di Caciocavallo Ragusano DOP
Olio Extra Vergine di olive q.b.
Formare con la pasta di pane dei cordoni di 2.5 cm e poi stenderla con un mattarello fino ad ottenere una striscia da 5 cm e distribuire per tutta la striscia dei cubetti di caciocavallo Ragusano DOP stagionato.
Arrotolare la pasta fino a formare una rosetta.
Disporre le cucche su una placca da forno oleata ed irrorare ogni cucca con olio e.v.o.
Cuocere in forno a 180º/200º per 15/20 min fino a quando non saranno dorate in superficie.

Cucche e vino imbandivano la tavola dei contadini
che dopo una settimana di fatiche
si ristoravano nelle loro case
profumanti di cose buone e affetti.

Buone cucche e Petit Verdot PÒTTA ‘CCÁ a tutti!!!


